venerdì, ottobre 26, 2007

Conca Niedda (Black-Kid)

Ieri sera al Cinema,con Lady-Ci per la visione di "Sa Regula", primo film del giovane regista sardo Simone Contu.

Il trionfo della natura nelle montagne dell'Ogliastra,le prime sequenze di un alba unica e irripetibile,a sud-ovest di quella provincia,e la cittadina con le sue strade strette,in salita e le case bellissime e dure come la roccia. Qui si svolge la storia del piccolo Efisio e del capretto Conca Niedda,regalato,al posto del game-boy, da Ziu Carrulu che ha un ovile grande nelle campagne vicine.Le ore interminabili trascorse in compagnia del piccolo animale,tenuto nascosto dentro una cassa nella cantina di casa,il bambino quasi salta i pasti,e per Conca Niedda, le cose di ogni giorno subiscono una trasformazione,si modificano,a Scuola quando i bambini giocano,c'è chi interpreta il pastore e gli altri fanno le capre.
I bambini giocano,amano innocentemente e si scontrano con gli adulti. I Capretti si allevano perchè danno il latte e poi si sgozzano ("sgannau",nel dialogo sottotitolato).Ma queste cose il piccolo Efisio ancora non le sa,così come molte altre regole.
Il regista porta sullo schermo un soggetto tipico sul mondo dell'infanzia,bellissime le immagini dei luoghi,e amplifica il significato etico ed educativo ( come anticipato nella presentazione dallo stesso),per dichiararsi a favore della coesistenza delle culture multiple e diverse: a Scuola si insegna il sardo,l'italiano e l'inglese (il padre di Efisio,Maistu Trudu,è insegnante elementare),la conoscenza delle lingue può solo arricchire,e non sappiamo come si fà il formaggio ma siamo "frigodipendenti".
Indovinata la scelta di attori non professionisti,i primi piani ripetuti dei loro sguardi sono molto belli,e molto bravo il bambino che interpreta il ruolo di Efisio,mi ricorda l'altro Salvatore/Cascio di Nuovo Cinema Paradiso.
Oltre a questo,in alcuni momenti la storia devia nel surreale,con i sogni-incubi dei grandi, la voce del capretto che si diffonde tra le case,il finale onirico con la Punto(anni novanta)di Maistu Trudu allagata di Pipì ( e qui ripenso alla pisciata dal camion in "Padre-Padrone" dei Taviani).Questi ultimi elementi riescono a diluire un certo schematismo pedagogico e il sentimentalismo della storia per raccontare con accenti emozionanti e sinceri lo scontro dei bambini con il mondo degli adulti,il conflitto tra tradizione e modernità.
Il regista dichiara che ci sarà un secondo tempo.
-"OH Baaaa'"- (Efisio che chiama il padre)

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