Machine Gun è il titolo dello straordinario brano dell'ultimo lavoro dei Portishead. A Bristol a volte ritornano,sono passati degli anni.
Ascolto THIRD,del quale abbiamo già accennato,in queste notti di fine primavera,un album lunghissimo,con i sei minuti ossessivi di We Carry on,gli altri sei minuti di echi doorsiani in Small,in queste notti dedicate alla durata. Quanto durerà la pioggia? Quanto durerà l'Estate? (sic)? Quanto durerà il conflitto emotivo-rievocativo della storia di Alice e Mattia?
Domani ci sarà un altra di queste notti,Magic Doors stende,graffia e il piano apre uno spiraglio,per reinventarsi,piccolo brano ma perfetto. E con Threads il cantanto di Beth è un ricapitolare,un riassumere,a Bristol si ritorna e sorprendono.
Ed è una variazione continua sulla voce,sulle possibilità di dire e non dire,i cambi di ritmo,i rallentamenti,le aperture melodiche o della batteria si alternano e ripetono magnificamente. E resto senza parole,l'immagine di Beth chiusa in un Teatro,accompagnata dagli strumenti, quell'unico straordianario Coro meccanico,e un grande lamento che sfuma nel finale,interrotto da oboisti ribelli. E' un magnifico rovesciamento della situazione in cui percepiamo un accordo segreto,la sua bellezza stronca questo infinito,lungo,durevole chiaro di luna e c'è una vampa di luce in ogni nota.
Ascoltando > Portishead - Third
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