mercoledì, aprile 23, 2008

Come abbiamo fatto a entrare qui?

Abbandonare i nostri sogni?

Ieri notte ho ripreso in mano la straordinaria raccolta di Tutti i racconti del grande scrittore inglese nato a Shanghai. J.G. scrive del nostro tempo,come un sociologo con una immaginazione eccessiva,non è fantascienza ma fantamente.
Nel racconto che ho letto ieri,"CUBICOLO 69" (Manhole 69),immaginiamo gli esiti di un esperimento condotto su un gruppo di tre persone,dopo il quale non potranno dormire nemmeno volendo.
E' un tema che ritroviamo in molte altre opere,ma qui l'intreccio narrativo,nella sua brevità,è splendido,e considerando che lo scritto è del 1957,risulta ancora fresco!
Insomma,mi è piaciuto e lascia un carico (fantastico) notevole di inquietudini.
Ho letto le 24 pagine freneticamente. Fossi stato al posto di Avery,Gorrell,Lang sarei rimasto ancora sveglio a leggere,bere,fumare,guardare la televisione,andare al Bob e l'indomani non sarei stato fuso.
Ma non ho subito nessun blocco delle sinapsi midollari che mi liberasse dall'arcaica palude chiamata sonno,dalla fuga in spettacolari sogni erotici.
Ventiquattr'ore piene da svegli!
Il racconto richiama molti altri riferimenti,dell'uomo che visse per quindici anni in isolamento ( e il pensiero ritorna a Into the Wilde) raccontato da Chechov,e si sviluppa sul tema della Mente-Inconscio-Realtà. E senza voler qui ridurre l'essenza e la piacevole complessità della vicenda,concludo dicendo solo che il finale è ancora più bello perchè approda al simbolismo fantastico singolare di J.G.:l'ultima porta sempre chiusa n.69,mutamenti spaziali,angusta cella (ricordate tutti quei film futuri chiusi in cubi variabili),la realtà che si modifica o viene modificata...

"Non è il sonno che temi di perdere,sono i sogni. Vuoi conservare il tuo posto in prima fila allo spettacolino."

Sono qui...adesso posso uscire.

Leggendo e ascoltando,
PLAY> DAFT PUNK - Steam Machine,
The Brainwasher, Nightvision

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