

Si respira l'aria delle grandi occasioni all'Arena Civica di Milano. Sarà per quei nuvoloni all'orizzonte,la pioggia leggera e tutti noi,quasi cinquemila,Io e Marc-M-Hendrix ,chiusi in buste di nylon,resistiamo a questa tempesta insolita e improvvisa di metà luglio.
I Sigur Ros erano una band poco comune fino a Takk,ora non più,e ci mancava solo questo momento unico e irripetibile. E in anticipo per il timore del nubifragio alle porte,Jon Jonsi appare tra i lampadari-palle bianchi appesi sul palco e il gran cielo si è aperto,illuminato da fulmini lontani,creando una scenografica naturale di un immenso splendore. Aprono con la bellissima Svefn-G-Englar,e iniziamo a fluttuare e si accendono gli acuti in questa notte timorosa. Siamo pronti a tutto. E come brezza d'amore arriva il momento di Glosoli...
Ancora lampi elettrici avanzano all'orizzonte.
E' tutto il pubblico dell'Arena che sogna,sotto l'effetto dell'onda leggera di Jonsi,e una banda di ottoni invade la scena,allegra,è il momento di Se Lest,con i costumi-divise che ricordano i tre soma di Kubrick! Che colpo.
E ancora il quartetto d'archi femminile candido che ci lascia fluttuare,che sogno! Non è una notte di stelle,queste sono tutte giù,tra di noi,presi dall'acuto infinito. E Jonsi viene a cercarci,con Goobledigook saltiamo tutti in piedi e ci sciogliamo sotto il palco,la voce grandiosa ci provoca inebrianti visioni e restiamo senza parole,Orri è grandioso!
Nel palco non c'è molto spazio,Jonsi si muove come un folletto timido tra le tastiere e la batteria, e gratta "il suo violino" quasi rabbioso,alimentando il nostro incanto,mentre all'orizzonte il cielo si riempie di numerosi lampi e le palle-sfere sospese si accendono di un rosso sanguigno. Li sotto,ormai liberi, ci lanciamo,ci impenniamo nell'ultimo ballo e i nostri occhi sono pieni,allora sentivo labbra e baci,e ascoltiamo fissi e smarriti l'ultimo capolavoro,Untitled 8.
Indimenticabile.
I Sigur Ros erano una band poco comune fino a Takk,ora non più,e ci mancava solo questo momento unico e irripetibile. E in anticipo per il timore del nubifragio alle porte,Jon Jonsi appare tra i lampadari-palle bianchi appesi sul palco e il gran cielo si è aperto,illuminato da fulmini lontani,creando una scenografica naturale di un immenso splendore. Aprono con la bellissima Svefn-G-Englar,e iniziamo a fluttuare e si accendono gli acuti in questa notte timorosa. Siamo pronti a tutto. E come brezza d'amore arriva il momento di Glosoli...
Ancora lampi elettrici avanzano all'orizzonte.
E' tutto il pubblico dell'Arena che sogna,sotto l'effetto dell'onda leggera di Jonsi,e una banda di ottoni invade la scena,allegra,è il momento di Se Lest,con i costumi-divise che ricordano i tre soma di Kubrick! Che colpo.
E ancora il quartetto d'archi femminile candido che ci lascia fluttuare,che sogno! Non è una notte di stelle,queste sono tutte giù,tra di noi,presi dall'acuto infinito. E Jonsi viene a cercarci,con Goobledigook saltiamo tutti in piedi e ci sciogliamo sotto il palco,la voce grandiosa ci provoca inebrianti visioni e restiamo senza parole,Orri è grandioso!
Nel palco non c'è molto spazio,Jonsi si muove come un folletto timido tra le tastiere e la batteria, e gratta "il suo violino" quasi rabbioso,alimentando il nostro incanto,mentre all'orizzonte il cielo si riempie di numerosi lampi e le palle-sfere sospese si accendono di un rosso sanguigno. Li sotto,ormai liberi, ci lanciamo,ci impenniamo nell'ultimo ballo e i nostri occhi sono pieni,allora sentivo labbra e baci,e ascoltiamo fissi e smarriti l'ultimo capolavoro,Untitled 8.
Indimenticabile.
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