In questi giorni ho riscoperto,riletto il romanzo breve di Eric-Emmanuel Schmitt,Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Una bellissima storia di amicizia,affetti,iniziazione alla vita,quasi un classico si potrebbe pensare,le parole scivolano via semplici e ritroviano le idee di tolleranza,rispetto,di ricerca,scoperta e mutamento di se stessi e dell'altro.Monsieur Ibrahim e la sua bottega aperta di notte e la domenica,e l'adolescenza difficile del piccolo-grande Momo- Mosè. L'arabo e la lezione sul sorriso e la religione sufi,la ricerca della felicità nascosta tra le pagine del suo Corano. E appare anche una certa mitologia dei luoghi,dello spostamento,il ritornare verso qualcosa che ci riporta alle origini,alla riscoperta delle nostre radici e degli affetti originari,c'è una fuga ,ritorno verso il mare,ma soprattutto riscopriamo Parigi,il mito di Parigi,quella che conosciamo,quella strana via,Rue Bleue,un quartiere popolare negli anni sessanta,dove i nostri protagonisti condividono questa singolare amicizia . Incantato dalle pagine della visita al monastero Tekké,una sorta di danza rituale,dove si gira su se stessi fino a perdere l'equilibrio,si perdono tutti i punti di riferimento reali e l'odio cola via un pò per volta,si gira su se stessi e intorno al proprio cuore,che è il luogo della presenza di Dio...Più il corpo diventa pesante,più lo spirito diventa leggero...
Esiste anche una bella versione cinematografica,diretta da F. Dupeyron e interpretata dal grande Omar Sharif,e ricordo bene tra le altre cose,il tema musicale,quel pezzo bellissimo intitolato Why can't we live together...
Da Rileggere e rivedere.
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PLAY > Sleeping States - In the Gardens of The North
- Maximilian Hecker - One day
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